Decameron di Giovanni Boccaccio Quarta Giornata Novella 7.
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continuare accendendosi, avvenne che Pasquino disse alla Simona che del tutto
egli voleva che ella trovasse modo di poter venire a un giardino, là dove egli
menar la voleva, acciò che quivi piú a agio e con men sospetto potessero essere
insieme. La Simona disse che le piaceva; e, dato a vedere al padre, una domenica
dopo mangiare, che andar voleva alla perdonanza a San Gallo, con una sua
compagna chiamata la Lagina al giardino statole da Pasquino insegnato se n'andò,
dove lui insieme con un suo compagno, che Puccino avea nome ma era chiamato lo
Stramba, trovò; e quivi fatto uno amorazzo nuovo tra lo Stramba e la Lagina,
essi a far de' lor piaceri in una parte del giardin si raccolsero, e lo Stramba
e la Lagina lasciarono in un'altra. Per la qual cosa presola, piagnendo ella sempre forte, al palagio del podestà ne fu menata. Quivi, prontando lo Stramba e l'Atticiato e 'l Malagevole, compagni di Pasquino che sopravenuti erano, un giudice, senza dare indugio alla cosa, si mise a essaminarla del fatto; e non potendo comprendere costei in questa cosa avere operata malizia né esser colpevole, volle, lei presente, vedere il morto corpo e il luogo e 'l modo da lei raccontatogli, per ciò che per le parole di lei nol comprendeva assai bene. Fattola adunque senza alcun tumulto colà menare dove ancora il corpo di Pasquino giaceva gonfiato come una botte, e egli appresso andatovi, maravigliatosi del morto, lei domandò come stato era. Costei, al cesto della salvia accostatasi e ogni precedente istoria avendo raccontata, per pienamente dargli a intendere il caso sopravenuto, cosí fece come Pasquino avea fatto, una di quelle foglie di salvia fregatasi a' denti. Le quali cose mentre che per lo Stramba e per l'Atticciato e per gli altri amici e compagni di Pasquino sí come frivole e vane in presenzia del giudice erano schernite, e con piú instanzia la sua malvagità accusata, niuna altra cosa per lor domandandosi se non che il fuoco fosse di cosí fatta malvagità punitore, la cattivella, che dal dolore del perduto amante e dalla paura della dimandata pena dallo Stramba ristretta stava e per l'aversi la salvia fregata a' denti, in quel medesimo accidente cadde che prima caduto era Pasquino, non senza gran maraviglia di quanti eran presenti. O felici anime, alle quali in un medesimo dí adivenne il fervente amore e la mortal vita terminare! e piú felici, se insieme a un medesimo luogo n'andaste! e felicissime, se nell'altra vita s'ama e voi v'amate come di qua faceste! Ma molto piú felice l'anima della Simona innanzi tratto, quanto è al nostro giudicio che vivi dietro a lei rimasi siamo, la cui innocenzia non patí la fortuna che sotto la testimonianza cadesse dello Stramba e dell'Atticiato e del Malagevole, forse scardassieri o piú vili uomini, piú onesta via trovandole con pari sorte di morte al suo amante a svilupparsi dalla loro infamia e a seguitar l'anima tanto da lei amata del suo Pasquino. Il giudice, quasi tutto stupefatto dell'accidente insieme con quanti ve n'erano, non sappiendo che dirsi, lungamente soprastette; poi, in miglior senno rivenuto, disse: «Mostra che questa salvia sia velenosa, il che della salvia non suole avvenire. Ma acciò che ella alcuno altro offender non possa in simil modo, taglisi infino alle radici e mettasi nel fuoco». La qual cosa colui che del giardino era guardiano in presenza del giudice faccendo, non prima abbattuto ebbe il gran cesto in terra, che la cagione della morte de' due miseri amanti apparve. Era sotto il cesto di quella salvia una botta di maravigliosa grandezza, dal cui venenifero fiato avvisarono quella salvia esser velenosa divenuta. Alla qual botta non avendo alcuno ardire d'appressarsi, fattale dintorno una stipa grandissima, quivi insieme con la salvia l'arsero: e fu finito il processo di messer lo giudice sopra la morte di Pasquin cattivello. Il quale insieme con la sua Simona, cosí enfiati com'erano, dallo Stramba e dall'Atticciato e da Guccio Imbratta e dal Malagevole furono nella chiesa di San Paolo sepelliti, della quale per avventura erano popolani. Il Decamerone Le Giornate e Le Novelle Vocabolario I F D GB e Vocabolario di Latino boccaccesco.(agg.; pl. m. -schi), 1 del Boccaccio. 2 licenzioso, lubrico.Inglese of Boccaccio.Francese à la manière de Boccace.Tedesco im Stile Boccacciosboccacciano.(agg.), del Boccaccio.Inglese in the style of BoccaccioFrancese à la manière de Boccace.Tedesco im Stile Boccacciosstile.(s.m.), 1 modo di esporre in forma artistica un sentimento, uno stato d'animo: lo - del Boccaccio, del Tiepolo, di Rossini; - aulico, elevato; un mobile stile Luigi XV, proprio di un'epoca. 2 modo elegante di muoversi o di compiere una qualunque attività: un giocatore di grande -; nuotatore a - libero, nella maniera preferita; un'attacco in grande -, effettuato con tutte le forze. 3 sistema di calcolare l'inizio dell'anno.Inglese styleFrancese (m.) styleTedesco (m.) Stilnovella.(s.f.), 1 racconto non lungo di un fatto vero o inventato 2 notizia, nuova. 3 ciascuna delle costituzioni dovute a un imperatore romano o bizantino.Inglese short storyFrancese (m.) conteTedesco (f.) Novelleromanzo.(s.m.), 1 nel Medioevo componimento in lingua volgare di argomento cavalleresco eroico. 2 in epoca moderna, componimento narrativo in prosa, più vasto della novella. 3 (agg.), dicesi di ciascuna delle lingue derivate dal latino.Inglese romanceFrancese (m.) romanTedesco (m.) Romangrăvise, agg. (compar. gravior, ius; superl. gravissimus, a, um): grave, pesante; gravido, pieno, carico, aggravato; fastidioso, molesto; importante; severo, autorevole; basso (detto di voce); grezzo. Esempi: gravis silex, pesante selce; grave amiculum, mantello pesante; graves Persae, i molesti Persiani; si tisi grave non erit, se non ti sarà grave; in populum Romanum grave est, è cosa grave (pericolosa) per il popolo romano; naves hostium spoliis graves, navi cariche delle spoglie dei nemici; vino gravis, avvinazzato; vino et somno graves, oppressi dal vino e dal sonno; gravis annis (o aetate), grave di anni; vir gravis, uomo importante; homo auctoritate gravis, uomo di grande autorità; gravis auctor in medicina, scrittore autorevole in medicina; gravis testis, testimonio autorevole; grave bellum, guerra terribile; gravis victor, vincitore spietato; graves inimicitiae, inimicizia violenta; graves morbo, languente per malattia; graves ictus excipere, ricevere gravi colpi; gravis morbus, pericolosa malattia; gravis autumnus, autunno insalubre; gravis nuncius, molesta novella; gravis odor est, è un odore fastidioso; quis Catone gravior in laudando?, chi più severo di Catone nel lodare?; grave edictum, severo editto; gravis sonus, tono di voce grave; aes, argentum grave, rame, argento grezzo (non ancora coniato).histŏriaae, f.: storia; racconto, favola, mito; cognizione, conoscenza, notizia, ricerca. Esempi: historia, testis temporum, lux veritatis, la storia è testimonianza dei tempi, luce di verità; rem historiae mandare, affidare alla storia un fatto; omnibus historiis se meus aptat amor, il mio amore si adatta a tutte le favole; maxima de nihilo nascitur historia, dal nulla si forma una lunghissima novella; aliquid historiā dignum, qualche cosa che merita di essere conosciuta; in omni historia curiosus, appassionato in ogni ricerca.nŏvellusa, um, agg.: novello, nuovo, giovane. Esempio: novella oppida, città da poco sottomesse.Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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